venerdì 12 dicembre 2014




L'INFINITO

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe,
che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando,
interminati spazi di là da quella,
e sovrumani silenzi,
e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo;
ove per poco il cor non si spaura.
E come il vento odo stormir tra queste piante,
io quello infinito silenzio
a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni,
e la presente
e viva,
e il suon di lei.
Così tra questa immensità s'annega il pensier mio:

e il naufragar m'è dolce in questo mare.
 

 

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